La PRK (Cheratectomia Fotorefrattiva) è una tecnica chirurgica in grado di ridurre o correggere i principali difetti visivi di lieve e media entità (miopia, astigmatismo).
Della durata di pochi minuti, questa tecnica è eseguita in anestesia topica (instillate gocce di anestetico nell'occhio) e utilizza il laser ad eccimeri. Tale laser tratta direttamente gli strati più superficiali della cornea, asportando i tessuti per evaporazione. Questo tipo di intervento si distingue per la semplicità di esecuzione e per la sua precisione al millesimo di millimetro (micron).
Per far sì che il paziente mantenga l’occhio aperto durante il trattamento refrattivo gli viene applicato un blefarostato, ovvero una sorta di molletta inserita tra le due palpebre. Terminato il trattamento, della durata di un minuto, si instillano nell’occhio colliri antibiotici e antinfiammatori e si applica una lente a contatto terapeutica. Tale lente, che accelera il processo di riformazione del tessuto epiteliale e attenua il dolore postoperatorio, permette di rimandare a casa il paziente senza la necessità di bendare l’occhio.
Nei primi 3-4 giorni postoperatori, sino alla riepitelizzazione corneale, viene prescritta una terapia con colliri, antinfiammatori e lacrime artificiali ed è consigliabile l’uso di occhiali scuri per ovviare fenomeni di fotofobia (fastidio alla luce). A riepitelizzazione avvenuta (dopo circa 3-4 giorni) si provvede alla rimozione della lente a contatto e si prescrive una terapia con cortisonici locali e lacrime artificiali.
Il recupero visivo, già buono ad una settimana dall'intervento, si stabilizza, in 4-8 settimane.
La PRK con il laser a eccimeri Schwind Amaris 1050 Hz
Il laser Schwind Amaris 1050 Hz è, sia per la rapidità di trattamento che per l’alto livello tecnologico, il più avanzato tra i laser ad eccimeri poiché ha permesso di avvicinare la PRK alla Femto-Lasik, sia per quanto riguarda il recupero visivo che il dolore post-operatorio.
Lo Schwind Amaris permette infatti di eseguire il trattamento trans-epiteliale utilizzando il laser invece che la mano del chirurgo. Ne risulta che l’epitelio corneale rimosso non è l’integralità ma solo la parte che serve al trattamento e quindi si ha un tempo di riepitelizzazione minore con una conseguente diminuzione del dolore provato dal paziente in fase post operatoria.
La “Smart Pulse Technology”, di cui è dotato tale laser, permette inoltre di creare una superficie corneale estremamente liscia con un recupero visivo impressionante, generando stupore nei pazienti stessi (the “Wow Effect”) che non si aspettano di iniziare a vedere già dal giorno successivo.